martedì 31 marzo 2020

Investire come Warren Buffett - Coca Cola - 58 anni di crescite dei dividendi e performance record in borsa


Warren Buffett, considerato come uno degli investitori di maggiore successo in borsa, detiene attualmente in portafoglio 400 milioni di azioni Coca Cola, per un controvalore attuale di 17,1 miliardi di dollari ed una quota pari al 9,3% della compagnia, risultando attualmente il maggiore azionista a libro soci. Buffett considera questa società come un titolo "forever" ovvero da mantenere per sempre in portafoglio.

La settimana appena trascorsa sui principali mercati azionari internazionali è stata caratterizzata da una volatilità attestata ancora a livelli particolarmente elevati, con una alternanza ravvicinata di sedute in forte rialzo e ribasso, che stanno generando una grande incertezza tra gli investitori al dettaglio. In particolare, sulla borsa Usa, abbiamo assistito in poche giornate ad un ribasso del 13% in un solo giorno, seguito da un rally del 20% in sole tre sedute, facendo registrare il migliore guadagno in tre giorni dal 1931 ad oggi. Anche questo maxi rimbalzo è stato immediatamente seguito da una seduta in forte perdita del 4%. 

Per quanto riguarda il fronte economico, sono usciti i dati delle richieste settimanali per i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti saliti a 3,3 milioni, contro appena 211.000 richieste delle settimane precedenti, segnando il record storico dal 1967, data di inizio delle misurazioni. In aggiunta a questi dati, sono peggiorate anche le stime sul PIL Usa. Il portale MarketWatch pubblica ogni settimana le previsioni sul PIL interpellando i 15 migliori economisti internazionali. In base alle ultime rilevazioni del pannello, il trimestre in corso viene visto in calo medio del 12%, il peggiore risultato della storia (il precedente risale al 1958, con -10%). Dopo questo ribasso, dovrebbe seguire una ripresa, con un rialzo previsto di +1% nel terzo trimestre e +0,2% nel quarto trimestre.

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In questo contesto, continuiamo a mantenere un approccio di lungo termine per i nostri portafogli, reinvestendo costantemente i dividendi incassati e aumentando l'esposizione su quelle aziende che vantano business solidi e difensivi, con lunghi track record di aumento progressivo, anno dopo anno della rendita distribuita. Tra cinque o dieci anni, quando il coronavirus sarà solamente un lontano ricordo storico, beneficeremo fortemente delle elevate rendite dei portafogli create in questi mesi. Su questa linea, la scorsa settimana avevamo inserito nel modello Top Analisti una importante società farmaceutica internazionale, in fase avanzata per la produzione del vaccino Covid-19, con un dividendo attuale del 5%, contro un minimo di 2,9% nei periodi di sopravvalutazione dei titolo ad un massimo di 4,3% nei periodi di maggiore sottovalutazione del titolo. Per ritornare in area di sopravvalutazione, questa società dovrebbe crescere di +80% dai valori attuali.

Ecco i dettagli del nuovo acquisto:

24/03/2020 - Acquistate 74 azioni PASSA AL LIVELLO 2 a 29,0599 dollari per azione, con un controvalore pari a 2.150,43 dollari.

Proseguiamo oggi con questa fase di aggiornamento del portafoglio, approfittando dei prezzi favorevoli e aumentiamo l'esposizione su Coca Cola, il leader internazionale delle bevande, che vanta un invidiabile record di 58 anni consecutivi di aumento dei dividendi. Si tratta di una delle società che ha mostrato negli ultimi anni i trend di crescita più stabili. La società ha sempre incrementato il dividendo, anche durante tutte le precedenti fasi di recessione. In particolare, Coca Cola ha superato indenne ben 6 fasi di recessione dal 1963 ad oggi mantenendo intatto il trend pluriennale di crescita di cedola. la tendenza è confermata anche in questa fase: in questi giorni Coca Cola ha annunciato l'ennesimo aumento del dividendo, con una cedola trimestrale di 0,41 dollari per azione, pari ad un incremento di +2,5% dal precedente dividendo di 0,40 dollari per azione. La cedola sarà pagabile il prossimo 1 aprile, agli azionisti che detengono il titolo al 13 marzo (data ex cedola). Coca Cola oggi è di quelle aziende che non dovrebbe mancare in ogni portafoglio globale che punti a crescite superiori nel lungo termine. Dal 1956 ad oggi il titolo risulta infatti presente al terzo posto assoluto tra i titoli più performanti a Wall Street, secondo la speciale classifica redatta dal professor Jeremy Siegel della Wharton University, che raggruppa le venti società con i maggiori guadagni di borsa negli Stati Uniti. Un solo dollaro investito nel 1956 in Coca Cola vale oggi oltre 2025 dollari, con un rendimento di +14,7% annuo composto per oltre 60 anni consecutivi. Vediamo ora nel dettaglio le variazioni da apportare ai nostri tre modelli di portafoglio, inclusi nell’abbonamento di Secondo Livello da 19,99 euro mensili sottoscrivibile con carta di credito o bonifico bancario online.

Portafoglio Top Analisti

Descrizione portafoglio Top Analisti: Questo particolare portafoglio è attualmente uno dei più replicati dai nostri abbonati, e racchiude  in un unico modello le raccomandazioni di un pannello di alcuni tra i maggiori analisti e Guru internazionali, presenti nelle migliori classifiche di reddito e performance. Composto attualmente da oltre 60 società internazionali quotate sul Nyse e sul Nasdaq, Top Analisti si è trasformato nel corso degli anni in una vera macchina da reddito, con oltre 250 cedole accreditate ogni anno ai partecipanti e un dividendo incassato in quasi ogni giorno lavorativo dell’anno. Nel file PDF relativo al portafoglio, aggiornato ogni settimana e scaricabile ad inizio report, è indicata la percentuale investita su ogni titolo. In questo modo, ciascun abbonato può replicare il portafoglio con precisione, con importi superiori o inferiori a quelli indicati, semplicemente aumentando o diminuendo le singole quantità da acquistare per ogni titolo con la stessa proporzione suggerita nel modello.

Fondamentali portafoglio Top Analisti: Sulla base delle ultime chiusure di borsa, il  portafoglio presenta un dividendo medio atteso pari al 4,5% annuo. Il price earning medio del portafoglio è pari a 12,6 volte gli utili attesi per il prossimo anno (Forward P/E). Il Pay Out medio è pari allo 0,6. Il Pay Out indica la percentuale dell’utile annuo destinata agli azionisti come dividendo. In generale, preferiamo società che mantengono livelli di Pay Out più contenuti, a garanzia di ulteriori incrementi delle cedole anche per il futuro. Attualmente il portafoglio presenta una rischiosità inferiore al mercato, con un Beta pari a 0,9. Il Beta è una misura del rischio di una azione e misura la variazione attesa del rendimento del titolo per ogni variazione di un punto percentuale del rendimento di mercato. Una azione con un Beta superiore a 1 tende ad amplificare i movimenti di mercato (il titolo è più rischioso del mercato). Al contrario, una azione con Beta compreso tra 0 e 1 tende a muoversi nella stessa direzione del mercato (il titolo è meno rischioso del mercato).

Potenziale portafoglio Top Analisti a 6-12 mesi+58,4% (53,9% target medio analisti +4,5% dividendo medio) secondo le valutazioni medie di 12 analisti internazionali, con un rating medio dei titoli pari a BUY (2,1), in una scala da 1 Strong Buy a 5 Sell. Complessivamente, le 65 società che compongono il nostro modello Top Analisti mostrano un potenziale pari a +53,9% nella rilevazione odierna, a cui si aggiunge un dividendo medio del 4,5% annuo, per un totale di incremento stimato pari +58,4%.

Movimenti di oggi per il portafoglio Top Analisti:


Acquisti: Utilizziamo il controvalore derivante dalla vendita e acquistiamo oggi ulteriori no. PASSA AL LIVELLO 2 azioni Coca Cola, quotata sul Nyse con simbolo KO, e codice Isin US1912161007, con un controvalore pari al PASSA AL LIVELLO 2 del portafoglio. Segue analisi dettagliata della società. 

Investire come Warren Buffett - Coca Cola - 58 anni di crescite dei dividendi e performance record in borsa

Warren Buffett, considerato come uno degli investitori di maggiore successo in borsa, detiene attualmente in portafoglio 400 milioni di azioni Coca Cola, per un controvalore attuale di 17,1 miliardi di dollari ed una quota pari al 9,3% della compagnia, risultando attualmente il maggiore azionista a libro soci. Buffett considera questa società come un titolo "forever" ovvero da mantenere per sempre in portafoglio. Acquistate dal Guru nel 1988 per un controvalore di carico pari a 1,299 miliardi, le azioni Coca Cola hanno generato un guadagno pari a +1216% in 32 anni e producono oggi una rendita da dividendi di ben 656 milioni ogni anno con un rendimento del 50,5% annuo sul capitale originariamente investito! In altre parole, un importo di 100.000 dollari investito in Coca Cola nel 1988 produce oggi 50,500 dollari annui di soli dividendi, trasformandosi in una potentissima macchina da rendita.

martedì 24 marzo 2020

Nuovo BUY - Dividendo 5,2% e target +56% - Un leader farmaceutico globale in corsa per il vaccino per il COVID-19


Approfittando delle quotazioni favorevoli, inseriamo oggi in portafoglio una nuova società farmaceutica Usa ad elevato dividendo che ha annunciato nei giorni scorsi una importante join venture con una azienda biofarmaceutica tedesca specializzata in immunoterapia, per sviluppare congiuntamente un vaccino per il COVID-19.

I principali mercati azionari internazionali hanno vissuto un'altra settimana difficile, seguendo di pari passo la diffusione globale della pandemia di coronavirus. In particolare nelle ultime cinque sedute, l'indice S&P500 ha evidenziato una flessione del 14,9%, tornando ai livelli di gennaio 2017 e cercando affannosamente un nuovo minimo su cui stabilizzarsi. Dai massimi del 19 febbraio scorso, l'indice mostra ora una flessione del 31,9%, segnando di fatto il dodicesimo peggiore bear market dal 1929 ad oggi. E' finita questa fase? Siamo già al fondo oppure proseguirà il trend in calo? Nessuno è in grado di prevedere quale sarà il picco minimo. Con una perdita ulteriore del 15% dai livelli attuali si arriverebbe ad un -40% complessivo. Con una perdita ulteriore del 30% dai livelli attuali si arriverebbe ad un -50% complessivo. In ogni caso, livelli di perdite a -40% o -50% si sono già verificati in passato e fanno parte della storia del mercato azionario. 

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Secondo uno studio pubblicato in questi giorni da Ben Carlson, acquistare azioni ai minimi di tutti i precedenti bear market si è sempre confermato come un ottimo affare, anche dopo il pesantissimo ribasso del 1929-1932 in cui Wall Street aveva segnato -86,2%. Leggi l'approfondimento su dividendi.org cliccando su:


Sicuramente il mercato sta scontando un grande pessimismo degli investitori per l'andamento dell' economia mondiale. L'indice della paura e avidità Fear & Greed (fonte CNN) è attestato ad 8 (estrema paura),  un livello particolarmente basso, anche se in miglioramento rispetto ai minimi di 2 della scorsa settimana. 

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A peggiorare le cose, si sono aggiunti alcuni report diffusi in questi giorni, con previsioni economiche fosche per i prossimi mesi. In particolare Goldman Sachs ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell'economia Usa per il prossimo trimestre, passando dal precedente -5% ad un più pesante -24%, dato che prelude ad una imminente recessione. Il ribasso del listino è stato amplificato anche da una forte compressione dei multipli. Il rapporto prezzo utili atteso (forward price earning) dell'indice S&P500 è sceso da oltre 18 volte di un mese fa, a 13,3 volte delle ultime rilevazioni, con il rendimento medio da dividendo raddoppiato, dal 1,8% di febbraio al 3,7% di oggi. Il rating medio degli analisti sui 500 titoli dell'indice è attualmente pari a 2,1 BUY, con un target medio a 12 mesi pari a +75,2%, uno dei livelli più alti degli ultimi 10 anni. 

In sintesi, le quotazioni di questi giorni esprimono una sommatoria di notizie negative come non si vedeva da diversi anni, arrivate tra l'altro in un momento in cui i prezzi evidenziavano già segnali di sopravvalutazione, dopo 11 anni consecutivi di rialzi e guadagni superiori, che hanno fatto da leva in senso opposto nel breve termine.

Nonostante la difficile situazione di queste settimane, le attuali quotazioni evidenziano per la prima volta dalla crisi del 2008-2009 valutazioni particolarmente appetibili su gran parte delle società da noi monitorate. In particolare, ben 56 delle 65 società che compongono attualmente il nostro portafoglio Top Analisti presentano oggi un rating BUY e una valutazione di quattro o cinque stelle da parte di Morningstar. Nel marzo 2009, quando si erano verificate condizioni simili a quella attuale, con un outlook fortemente negativo, partiva improvvisamente uno dei bull market più lunghi della storia, con un rialzo di +400% fino a febbraio 2020.

La sensazione è che nei prossimi mesi potremmo assistere ad un rapido mutamento del sentiment degli investitori, di pari passo ad eventuali notizie positive in merito alla riduzione della pandemia, con possibili rapidi e significativi rialzi dei listini, approfittando dei forti sconti accumulati in questo periodo. Un altro aspetto a cui probabilmente assisteremo a breve sarà un rilancio globale delle grandi acquisizioni e fusioni in borsa. Gli enormi capitali accumulati in questi anni e mantenuti in strumenti di liquidità a causa delle quotazioni elevate, scateneranno una corsa allo shopping da parte dei grandi investitori su aziende leader globali, che passeranno di mano approfittando della debolezza e dei prezzi ribassati creati da questa crisi. Questo fattore potrebbe generare un ulteriore effetto leva che contribuirà a ripristinare il toro sui mercati.

In questo contesto, il mercato attuale consente un approccio positivo, anche se con cautela. A nostro avviso si tratta di una situazione da sfruttare, adatta per investimenti rateali, diluendo gli acquisti in più occasioni e  reinvestendo progressivamente tutti i dividendi incassati in questo periodo per sfruttare l'effetto derivante dall'interesse composto. Approfittando della liquidità disponibile proveniente dagli ultimi dividendi percepiti, nel report di oggi iniziamo una nuova posizione su una importante società farmaceutica internazionale, che vanta alle attuali quotazioni forti potenziali di crescita, dividendi ai massimi storici e multipli a sconto. Il farmaceutico è uno dei settori che risente meno nelle fasi recessive, in quanto la domanda globale di farmaci risulta scollegata da eventuali crisi economiche in quanto bene collegato con la salute umana. Vediamo ora nel dettaglio le variazioni da apportare ai nostri tre modelli di portafoglio, inclusi nell’abbonamento di Secondo Livello da 19,99 euro mensili sottoscrivibile con carta di credito o bonifico bancario online.

venerdì 20 marzo 2020

Comprare ai minimi - Quanto hanno guadagnato le azioni Usa dopo i maggiori bear market della storia

Dopo un veloce ribasso di circa il 30% in un solo mese, la borsa Usa sta segnando in questo momento il tredicesimo peggiore bear market della sua storia (ribassi di oltre il 20%). E' finita questa fase? Siamo già al fondo oppure proseguirà il trend in calo? Nessuno è in grado di prevedere quale sarà il picco minimo. Con una perdita ulteriore del 15% dai livelli attuali si arriverebbe ad un -40% complessivo. Con una perdita ulteriore del 30% dai livelli attuali si arriverebbe ad un -50% complessivo. In ogni caso, livelli di perdite a -40% o -50% si sono già verificati in passato e fanno parte della storia del mercato azionario. Secondo uno studio pubblicato in questi giorni da Ben Carlson, acquistare azioni ai minimi di tutti i precedenti bear market si è sempre confermato come un ottimo affare, anche dopo il pesantissimo ribasso del 1929-1932 in cui Wall Street aveva segnato -86,2%.

fonte Ben Carlson

La tabella sopra mostra le performance, dopo un anno dai minimi, tre anni dai minimi e 5 anni dai minimi per ciascuno dei 13 ribassi. Come si evidenzia, proprio il peggiore, iniziato il 7 settembre 1929 e terminato il 1 giugno 1932 (33 mesi), concluso con -86,2%, mostrava dopo un anno una performance positiva di +162,9%, dopo tre anni di +170,5% e dopo 5 anni di +344,8%. Complessivamente, dopo tutte le fasi negative della storia a Wall Street sono sempre seguiti anni di forte rialzo. Anche se è quasi impossibile cogliere sempre i picchi minimi per investire, comprare rateizzando magari in più volte dopo periodi di forti ribassi, ha garantito nel passato ritorni particolarmente elevati nel lungo termine. I bear market hanno tutti una cosa in comune. Prima o poi finiscono!

Paolo Crociato
DIVIDENDI.ORG

martedì 17 marzo 2020

REPORT SPECIALE crisi mercati - Le migliori società mondiali a dividendo in svendita totale



"Il momento di massimo pessimismo è il migliore per comprare e il momento di massimo ottimismo è il migliore per vendere" - Sir John Templeton

L'emergenza globale provocata dal coronavirus sta causando forti contraccolpi su tutti i principali mercati azionari internazionali, con diffusi e pronunciati ribassi, alternati a rimbalzi anche significativi, tutti concentrati in poche sedute di borsa. Dopo 11 anni consecutivi di rialzi quasi ininterrotti, i multipli e i fondamentali delle azioni internazionali risultavano particolarmente elevati e vulnerabili a qualsiasi notizia negativa. Il coronavirus, con i suoi effetti devastanti per molti settori dell'economia mondiale, è stata di fatto la scintilla che ha fatto scoppiare la bolla, innescando e amplificando la velocità della correzione. E' probabile che anche senza il coronavirus i mercati avrebbero prima o poi trovato altri pretesti o notizie negative per innescare un ribasso e riequilibrare i valori interrompendo la lunga fase di rialzi a cui abbiamo assistito.

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Valore attuale indice della paura e avidità: 3 (estrema paura)
Valore indice della paura e avidità 1 anno fa: 65 (avidità)

In particolare, l'indice S&P500, che raggruppa le 500 aziende maggiormente capitalizzate a Wall Street è sceso dal picco massimo di 3.386,15 punti del 19 febbraio 2020 a 2.480,64 punti del 12 marzo 2020, con un ribasso del 26,7% in meno di un mese, entrando di fatto in un bear market, che interrompe il lungo ciclo di bull market iniziato nel 2009. Ricordiamo che si definisce come bear market una fase di mercato con una perdita complessiva superiore al 20% dal precedente picco massimo. Anche considerando il forte recupero di venerdì 13 marzo, con l'indice S&P500 in recupero di +9,29% in una sola seduta, limando la perdita complessiva a -19,93% dal picco massimo, siamo ora in un nuovo bear market. Quanto potrebbe durare questa fase? Abbiamo già toccato il fondo oppure il ribasso è destinato a proseguire? Per cercare di analizzare questo nuovo ciclo, ci siamo basati sulla intera storia di questo indice a Wall Street e abbiamo formulato delle previsioni sulla base delle medie storiche degli ultimi 90 anni.

L'analisi completa, con relative tabelle e grafici è consultabile su DIVIDENDI.ORG cliccando su:
Wall Street - Quanto durerà il ribasso? Analisi dei maggiori Bull & Bear market della storia

Il dato principale dello studio evidenzia che dal 1926 ad oggi ci sono stati ben 25 bear market, con una perdita media di -35% ciascuno, e una durata media di 10 mesi. Contestualmente però ci sono stati anche 25 bull market, con un guadagno medio di +103% ciascuno e una durata media di 31 mesi. In sintesi, in quasi un secolo di borsa, ogni 3,6 anni si sono verificate fasi fortemente negative per i mercati, ma complessivamente l'indice ha messo a segno un guadagno complessivo pari a +10370% senza considerare i dividendi, e a +302734% considerando il reinvestimento dei dividendi, con un rendimento pari al 9,3% annuo composto per 91 anni consecutivi.

In sintesi, ancora una volta si evidenzia come i dividendi costituiscano la parte più stabile e la componente maggiore per la performance di lungo periodo. Potendo ignorare le perdite di queste settimane e guardando solo le entrate in cassa, avremmo notato una grande stabilità di flussi di dividendi incassati, indipendentemente dall'andamento particolarmente volatile degli indici azionari. La tabella sotto indica gli ultimi dividendi incassati per il portafoglio Top Analisti dal picco massimo del 19 febbraio scorso ad oggi.

Prospetto Dividendi incassati dal 19 febbraio ad oggi
(per visualizzare tutti i nomi dei titoli PASSA AL LIVELLO 2)

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Per cercare di sostenere il mercato in questa difficile fase, domenica scorsa la FED ha annunciato un maxi taglio dei tassi di un punto, portandoli vicini allo zero, abbinato ad un maxi piano di immissione di liquidità con un nuovo programma di acquisti di titoli per 700 miliardi di dollari. Su queste basi, vediamo ora nel dettaglio le variazioni da apportare ai nostri tre modelli di portafoglio, inclusi nell’abbonamento di Secondo Livello da 19,99 euro mensili sottoscrivibile con carta di credito o bonifico bancario online.

Portafoglio Top Analisti

Descrizione portafoglio Top Analisti: Questo particolare portafoglio è attualmente uno dei più replicati dai nostri abbonati, e racchiude  in un unico modello le raccomandazioni di un pannello di alcuni tra i maggiori analisti e Guru internazionali, presenti nelle migliori classifiche di reddito e performance. Composto attualmente da oltre 60 società internazionali quotate sul Nyse e sul Nasdaq, Top Analisti si è trasformato nel corso degli anni in una vera macchina da reddito, con oltre 250 cedole accreditate ogni anno ai partecipanti e un dividendo incassato in quasi ogni giorno lavorativo dell’anno. Nel file PDF relativo al portafoglio, aggiornato ogni settimana e scaricabile ad inizio report, è indicata la percentuale investita su ogni titolo. In questo modo, ciascun abbonato può replicare il portafoglio con precisione, con importi superiori o inferiori a quelli indicati, semplicemente aumentando o diminuendo le singole quantità da acquistare per ogni titolo con la stessa proporzione suggerita nel modello.

Fondamentali portafoglio Top Analisti: Sulla base delle ultime chiusure di borsa, il  portafoglio presenta un dividendo medio atteso pari al 4,2% annuo. Il price earning medio del portafoglio è pari a 13,1 volte gli utili attesi per il prossimo anno (Forward P/E). Il Pay Out medio è pari allo 0,6. Il Pay Out indica la percentuale dell’utile annuo destinata agli azionisti come dividendo. In generale, preferiamo società che mantengono livelli di Pay Out più contenuti, a garanzia di ulteriori incrementi delle cedole anche per il futuro. Attualmente il portafoglio presenta una rischiosità inferiore al mercato, con un Beta pari a 0,9. Il Beta è una misura del rischio di una azione e misura la variazione attesa del rendimento del titolo per ogni variazione di un punto percentuale del rendimento di mercato. Una azione con un Beta superiore a 1 tende ad amplificare i movimenti di mercato (il titolo è più rischioso del mercato). Al contrario, una azione con Beta compreso tra 0 e 1 tende a muoversi nella stessa direzione del mercato (il titolo è meno rischioso del mercato).

Potenziale portafoglio Top Analisti a 6-12 mesi+47,7% (43,5% target medio analisti +4,2% dividendo medio) secondo le valutazioni medie di 12 analisti internazionali, con un rating medio dei titoli pari a BUY (2,2), in una scala da 1 Strong Buy a 5 Sell. Complessivamente, le 65 società che compongono il nostro modello Top Analisti mostrano un potenziale pari a +43,5% nella rilevazione odierna, a cui si aggiunge un dividendo medio del 4,2% annuo, per un totale di incremento stimato pari +47,7%.

Su queste basi, in seguito alla particolare situazione di debolezza sui mercati, nel report di oggi abbiamo elaborato un nuovo prospetto Excel, classificando le 65 società appartenenti al portafoglio Top Analisti in base al giudizio degli analisti, evidenziando in particolare il rating assegnato da Morningstar, con le relative valutazioni da una a cinque stelle, in modo da sfruttare gli eccessi di sconto per considerare eventuali investimenti o accumulo di posizioni sulle società più interessanti come prospettive. Ricordiamo che Morningstar assegna il rating massimo a quattro e cinque stelle per quelle società che quotano a prezzi sensibilmente inferiori al fair value, ovvero il valore intrinseco calcolato dagli analisti, un rating a tre stelle per quelle società che quotano a prezzi in linea con il fair value, un rating a due stelle per quelle società che quotano sopra il fair value e una stella per quelle società che quotano sensibilmente sopra il fair value.

Top Analisti - Un portafoglio a dividendo a forte sconto
(per visualizzare tutti i nomi dei titoli PASSA AL LIVELLO 2)


Come si evidenzia dalla tabella, ben 50 delle 65 società, pari al 77% del portafoglio si trovano attualmente in area di sottovalutazione (19 titoli a 5 stelle e 31 titoli a quattro stelle), con un potenziale oscillante da un minimo di +9% fino ad un massimo di +279% rispetto al valore intrinseco calcolato. Tra queste, segnaliamo in particolare alcune aziende a basso rischio, leader per dividendo con oltre 15 anni consecutivi di crescita della cedola, aumenti messi a segno anche durante la precedente crisi finanziaria e recessione del 2007-2009, tutte interessanti da considerare alle attuali quotazioni di borsa.

Movimenti di oggi per il portafoglio Top Analisti:

Acquisti: nessuno - Titoli caldi (interessanti per coloro che iniziano a costruire un portafoglio o per mediare i corsi su posizioni già presenti)

Altria Group - quotato sul Nyse con simbolo MO
Leader mondiale nel settore del tabacco, vini e birra
Dividendo 8,4% in crescita da 50 anni consecutivi
Potenziale di crescita +35%

Emerson Electric - quotato sul Nyse con simbolo EMR
Leader mondiale nel settore delle tecnologie per clima, refrigerazione e automazione industriale
Dividendo 4% in crescita da 63 anni consecutivi
Potenziale di crescita +51%

Walgreens Boots Alliance - quotato sul Nasdaq con simbolo WBA
Network mondiale con 18.000 farmacie nel mondo
Dividendo 4% in crescita da 44 anni consecutivi
Potenziale di crescita +41%

Aflac Incorporated - quotato sul Nyse con simbolo AFL
Primaria compagnia assicurativa vita operante in Usa e Giappone
Dividendo 3% in crescita da 38 anni consecutivi
Potenziale di crescita +67%

Chevron - quotato sul Nyse con simbolo CVX
Primaria società petrolifera operante in tutto il mondo
Dividendo 6,2% in crescita da 33 anni consecutivi
Potenziale di crescita +38%

Omega Healthcare Investors Inc - quotato sul Nyse con simbolo OHI
Fondo immobiliare (REIT) operante in immobili nel settore della salute
Dividendo 10,8% in crescita da 17 anni consecutivi
Potenziale di crescita +44%

sabato 14 marzo 2020

Wall Street - Quanto durerà il ribasso? Analisi dei maggiori Bull & Bear market della storia


I forti timori per gli impatti economici a livello globale dell'epidemia di coronavirus ha causato nell'ultima settimana una rapida discesa di tutti i principali listini azionari mondiali. In particolare, l'indice S&P500, che raggruppa le 500 aziende maggiormente capitalizzate a Wall Street è sceso dal picco massimo di 3.386,15 punti del 19 febbraio 2020 a 2.480,64 punti del 12 marzo 2020, con un ribasso del 26,7% in meno di un mese, entrando di fatto in un bear market, che interrompe  il lungo ciclo di bull market iniziato nel 2009. Ricordiamo che si definisce come bear market una fase di mercato con una perdita complessiva superiore al 20% dal precedente picco massimo. Anche considerando il forte recupero di venerdì 13 marzo, con l'indice S&P500 in recupero di +9,29% in una sola seduta, limando la perdita complessiva a -19,93% dal picco massimo, siamo ora in un nuovo bear market. Quanto potrebbe durare questa fase? Abbiamo già toccato il fondo oppure il ribasso è destinato a proseguire? Per cercare di analizzare questo nuovo ciclo, basiamoci sulla intera storia di questo indice a Wall Street.

Tutti i bear market della storia

Dal 1929 ad oggi ci sono stati 25 bear market
La durata media è stata pari a 10 mesi, con un minimo di 1,9 mesi e un massimo di 21 mesi
La perdita media di ogni bear market è stata pari a -35% (la minore nel 1949, con -21% e la maggiore nel 1932 con -61%)
La frequenza media è stata pari a un nuovo bear market ogni 3,6 anni (l'ultimo bear market si è concluso 11 anni fa, nel marzo 2009)

fonte gold-eagle.com
Tutti i bull market della storia 

Osservando invece i bull market (fasi di mercato con rialzi superiori al 20%), notiamo che:

Dal 1929 ad oggi ci sono stati 25 bull market
La durata media è stata pari a 31 mesi, con un minimo di 0,8 mesi e un massimo di 150 mesi
Il guadagno medio di ogni bull market è stato pari a +103% (la minore nel 1940, con +21% e la maggiore nel 1987 con+582%)
La frequenza media è stata pari a un nuovo bull market ogni 3,6 anni (l'ultimo bull market si è concluso 1 mese fa, nel febbraio 2020)


Risultati:

Come si evidenzia dall'analisi, dal 1929 ad oggi ci sono stati complessivamente 50 cicli di mercato, di cui 25 al rialzo, con un guadagno medio di +103,5% ciascuno, e una durata media di 31 mesi, e 25 cicli al ribasso, con una perdita media di -35% e una durata media di 10 mesi. In sintesi, dal 1929 ad oggi, nonostante le 25 fasi di ribasso, il guadagno totale dell'indice S&P500 è stato pari a +10370% senza considerare i dividendi, e a +302734% considerando il reinvestimento dei dividendi, con un rendimento pari al 9,3% annuo composto per 91 anni consecutivi. 

Ma quanto potrebbe durare il bear market attuale? Ipotizzando che l'attuale fase di ribasso sia in linea con le precedenti medie storiche, teoricamente, l'indice S&P500 potrebbe scendere ulteriormente fino a 2.200 punti (3.386 picco massimo - 35% (medio) = 2200 punti), con la fine del ciclo verso novembre 2020 (10 mesi medio).

Indipendentemente dal recente ribasso delle quotazioni, come investitori di lungo termine a rendita, non abbiamo subito alcuna riduzione delle rendite mensili da dividendo, che di norma sono poco correlate con i movimenti di borsa di breve termine e permettono di utilizzare le fasi di maggiore volatilità per reinvestire a sconto, accumulando ulteriore reddito, sfruttando il potente effetto dell'interesse composto.

Paolo Crociato
DIVIDENDI.ORG

martedì 10 marzo 2020

Dieci società internazionali a forte sconto - Dividendo 11% e potenziali al 40% dai minimi di questi giorni


Dopo le ampie correzioni di queste ultime settimane, pubblichiamo il nuovo aggiornamento mensile del nostro popolare portafoglio Top Dividend, composto da dieci società Usa selezionate con particolari criteri di ricerca e revisione tra quelle con i dividendi più elevati.

In questi ultimi giorni di emergenza globale coronavirus, che hanno provocato forti flessioni su tutti i mercati azionari internazionali, vale la pena di ricordare una delle più famose definizioni sulla borsa, scritta nel lontano 1965 da Benjamin Graham, considerato a ragione come uno dei massimi esperti della storia a Wall Street. Grande maestro e amico per una vita di Warren Buffett, Graham affermava:
"Il mercato è come un pendolo, che oscilla continuamente tra un ottimismo insostenibile (che rende le azioni troppo costose) e un pessimismo ingiustificato (che le rende troppo economiche). L'investitore intelligente è un realista che vende azioni agli ottimisti e acquista azioni dai pessimisti".

Mai come in questi ultimi giorni questa importante definizione risulta di grande attività. Osservando il grafico sotto (fonte CNN), "il pendolo" viene rappresentato da un indice denominato Fear & Greed, ovvero indice della paura e avidità, aggiornato a venerdì scorso, e realizzato in base a sette importanti indicatori del sentiment degli investitori. Come possiamo notare, il pendolo si è spostato ora sul livello 6 rosso, in un'area definita come "estrema paura". Solamente un mese fa, l'indicatore era attestato sul livello 60 verde, nell'area esattamente opposta, in una zona definita come "avidità", evidenziando un completo ribaltamento dello stato d'animo degli investitori in soli 30 giorni. Secondo le definizioni di Graham, ci troviamo ora in una fase estrema di forte paura, e dovremmo quindi acquistare azioni a piene mani dai pessimisti, che stanno vendendo a qualsiasi prezzo.

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Queste valutazioni sono confermate dai rating più recenti attribuiti dagli analisti alle società che fanno attualmente parte dei nostri portafogli. In particolare, sulle 64 aziende leader che compongono il modello Top Analisti, ben 8 aziende ricevono attualmente da Morningstar il rating massimo di cinque stelle (fortemente sottovalutate) e ulteriori 22 aziende mantengono un rating di quattro stelle (sottovalutate). In sintesi, quasi la metà dei titoli in portafoglio offrono ora un rating BUY, dopo le rapide flessioni di questi ultimi 20 giorni. Anche se in assoluto si tratta di valori scontati come non si registavano da diversi anni, nel giorno dei minimi assoluti del 9 marzo del 2009, che chiudeva la grande crisi del 2008-2009, quasi tutti i titoli del nostro portafoglio si trovavano in area di acquisto, il che non esclude in assoluto che l'attuale fase di ribasso possa ulteriormente amplificarsi nelle prossime settimane, testando ulteriori nuovi minimi relativi. Vista in prospettiva storica, una correzione era sicuramente dovuta per assorbire parzialmente gli effetti di uno dei più lunghi mercati azionari al rialzo, che ha portato l'indice S&P500 dal minimo di 676,53 del 9 marzo 2009 a 3.386,15, con un guadagno di +400,51% in quasi 11 anni, a cui si aggiungono tutti i dividendi incassati nel periodo. Mentre le oscillazioni di queste ultime sedute possono disorientare, i dividendi mantengono al contrario una grande stabilità e in molti casi anche ulteriori crescite. E' il caso ad esempio di Coca Cola, quotata sul Nyse con simbolo KO, presente nel nostro portafoglio senza interruzioni dal 21 luglio 2017 con una performance di +118,6%. Nonostante il titolo sia diminuito in borsa di -8,1% dai suoi massimi storici del 21 febbraio 2020, proprio in questi giorni Coca Cola ha annunciato l'ennesimo aumento del dividendo, con una cedola trimestrale di 0,41 dollari per azione, pari ad un incremento di +2,5% dal precedente dividendo di 0,40 dollari per azione. La cedola sarà pagabile il prossimo 1 aprile, agli azionisti che detengono il titolo al 13 marzo (data ex cedola). Dopo questo aumento Coca Cola vanta ora un track record di 58 anni consecutivi di incrementi del dividendo. Una crescita ininterrotta dal 1962 ad oggi, nonostante gli innumerevoli e gravi eventi negativi come, recessioni, guerre, attentati, e crisi petrolifere avvenute in questo lungo periodo storico. Su queste basi, manteniamo una visione di lungo periodo, concentrando le nostre preferenze per società leader, con forti potenziali di apprezzamento e quotazioni scontate, capaci di generare rendite crescenti anno dopo anno, indipendentemente dalle condizioni di mercato di breve termine. Tra cinque o dieci anni, quando il coronavirus sarà soltanto un ricordo storico, ci ricorderemo della fase di ribasso del 2020 come una delle opportunità interessanti di accumulo su alcune delle migliori aziende mondiali acquistate in svendita, in una fase di forte pessimismo.

In questo contesto, dopo l'aggiornamento di martedì scorso, che includeva l'analisi dei modelli Top Analisti ed ETF Italia, l'edizione di oggi è interamente dedicata al nostro portafoglio Top Dividend, il popolare modello che si compone di dieci titoli quotati a Wall Street caratterizzati da dividendi più elevati e superiori alla media di mercato. In seguito alle flessioni dei prezzi di queste ultime settimane, Top Dividend ha messo a segno un sensibile miglioramento del rendimento da dividendo, passando dal 9,3% di gennaio al 11% annuo della rilevazione di oggi. Si tratta del livello massimo degli ultimi anni e sensibilmente superiore rispetto al 2% medio dell'indice S&P500, che raggruppa le 500 aziende maggiormente capitalizzate negli Stati Uniti. Il risultato è ancora più evidente, considerato che sette aziende tra le dieci che compongono il portafoglio di oggi appartengono proprio al paniere S&P500, confermando la vocazione ad alto rendimento del modello. Complessivamente, nove dei dieci titoli che compongono il modello distribuiscono un dividendo con cadenza trimestrale, e un titolo con cadenza mensile, per complessivi 48 incassi annuali previsti. Obiettivo primario del portafoglio Top Dividend è quello di massimizzare la rendita da dividendi, investendo in un ristretto numero di società quotate a Wall Street con le cedole distribuite più elevate. Come si evidenzia dalla tabella riepilogativa del portafoglio pubblicata più avanti nel report, Top Dividend offre un potenziale complessivo a 12 mesi pari a +48%, tra dividendi previsti e potenziali capital gain (11% dividendo medio annuo +37% target medio analisti). Contestualmente, il rapporto prezzo utili (price earning) dei dieci titoli che compongono il portafoglio è attestato a sole 10,8 volte gli utili previsti per l'anno in corso, un livello sensibilmente inferiore rispetto alle 16,8 volte dell'indice S&P500, confermando una sottovalutazione del modello rispetto al mercato.

Questo portafoglio, partito nel settembre di 20 anni fa, ha messo a segno una performance complessiva record, pari a +773%, contro +194% realizzato dall'indice S&P500 nello stesso periodo, confermando l'efficacia delle strategie a dividendo nel lungo termine, in un intero ciclo di mercato. Top Dividend è un potente strumento che permette di beneficiare di una elevata rendita passiva, abbinata a potenziali capital gain di medio termine. Top Dividend è uno dei tre portafogli internazionali inclusi nel servizio online di Secondo Livello e viene elaborato utilizzando un sofisticato sistema di ricerca in grado di identificare ogni mese un ristretto gruppo di dieci società caratterizzate da dividendi periodici attestati ai massimi livelli e fondamentali a sconto rispetto al mercato.

Approfittando delle valutazioni interessanti, proseguiamo nella nostra strategia indirizzata all'investimento in società caratterizzate da lunghi track record di crescite dei dividendi, reinvestendo con costanza le cedole incassate, e sfruttando il questo modo il potente effetto leva derivante dall'interesse composto. Secondo uno studio realizzato da Morningstar, che prende in considerazione 56 anni di borsa Usa (dal 1960 al 2016), un capitale di 10.000 dollari investito nel 1960 sui titoli a dividendo dell'indice S&P500, si è trasformato a fine 2016 in un importo pari a 2.120.940 dollari, considerando il reinvestimento dei dividendi, contro 385.273 dollari senza i dividendi (vedi grafico sotto), confermando come nel lungo termine gran parte della ricchezza accumulata sia stata generata proprio dai dividendi, spostando in secondo piano i soli capital gain.

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giovedì 5 marzo 2020

Come hanno performato le azioni dopo i mesi di forti ribassi?

Il mese di febbraio appena concluso è stato uno dei peggiori della storia a Wall Street, con l'indice S&P500 che ha segnato un ribasso di -8,4% (dal 01/02/2020 al 29/02/2020) e del 12,3% dal picco massimo del 19 febbraio (dal 19/02/2020 al 29/02/2020). Secondo uno studio pubblicato recentemente da Ben Carlson, ci sono stati nella storia molte occasioni di mesi con performance particolarmente negative. Molti dei mesi con i maggiori ribassi si sono concentrati maggiormente in alcuni periodi storici, come la Grande depressione (1929-1941), il bear market del 1973-74, il lunedì nero di ottobre 1987 e la grande crisi finanziaria del 2007-2009. 

Fonte Ben Carlson
Ma come si sono comportate le azioni un anno, tre anni e cinque anni dopo le peggiori crisi mensili della storia? Ecco le buone notizie dal grafico sotto:

Fonte Ben Carlson
Come si osserva dal grafico, il 56% delle volte il mercato era già in guadagno un anno dopo con un +14,3% medio, il 72% delle volte in guadagno dopo 3 anni con +42,5% medio, e l'80% delle volte in guadagno cinque anni dopo con +94% medio.

Questa statistica ci mostra chiaramente come sia importante mantenere un ottica di lungo termine sfruttando le fasi di maggiore volatilità per investire e accumulare su società leader, caratterizzate da lunghi track record di crescite dei dividendi, a prezzi fortemente scontati.

Ci sono molte società che in questi giorni hanno raggiunto quotazioni particolarmente interessanti. Tra i titoli che stiamo monitorando in questa fase per i nostri portafogli segnaliamo:

Exxon Mobil Corporation - quotato sul Nyse con simbolo XOM
Leader mondiale nel settore petrolifero, proprietaria del famoso marchio ESSO
Dividendo 6,6% e potenziale di crescita +60%

Anheuser-Busch InBev SA - quotato sul Nyse con simbolo BUD
Leader mondiale nella birra, con oltre il 30% del mercato globale e alcuni dei marchi più conosciuti
Dividendo 3,6% e potenziale di crescita +87%

Unum Group - quotato sul Nyse con simbolo UNM
Importante compagnia assicurativa specializzata nel ramo vita
Dividendo 5% e potenziale di crescita +45%

martedì 3 marzo 2020

Nuovo BUY per il portafoglio - Un gigante della salute con potenziali superiori al 100% e 44 anni di crescite dei dividendi

Approfittando delle quotazioni particolarmente favorevoli, nel report di oggi aumentiamo l'esposizione su una importante società internazionale operante nel settore farmaceutico, con un lungo track record di 44 anni consecutivi di aumenti dei dividendi. Il titolo è in calo del 35% negli ultimi 12 mesi e del 22% da inizio 2020. A questi livelli, il price earning è pari a sole 7,8 volte gli utili, uno dei livelli più bassi tra le grandi società del comparto, e tra tutti i titoli quotati a Wall Street.

La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da forti ribassi su tutti i mercati azionari internazionali a causa dei timori per i possibili impatti economici in seguito all'estensione dell'epidemia di coronavirus. In particolare, l'indice S&P500, che raggruppa le 500 aziende maggiormente capitalizzate negli Stati Uniti, ha chiuso venerdì scorso a 2.954,22 punti, con una flessione di -11,5% da venerdì scorso, e di -12,8% dai massimi storici del 19 febbraio scorso, registrando la peggiore performance settimanale degli ultimi 10 anni. Inserendo il movimento in un più ampio contesto storico, si evidenzia come questo tipo di ribassi siano stati piuttosto rari a Wall Street. Secondo uno studio storico pubblicato da Ploutos su Seeking Alpha, su oltre 23.000 sessioni di borsa aperta dal 1928 ad oggi, ribassi superiori al 3% per due giorni consecutivi, come quelli avvenuti tra lunedì e martedì scorso, si sono verificati solamente 40 volte in 92 anni, con una incidenza di appena 0,17% sul totale delle sedute. In particolare, 25 delle 40 volte si sono concentrate nella depressione dal 1929 al 1933, e altre 5 volte nella recessione del 2008.

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fonte Ploutos Seekingalpha

In aggiunta, ribassi superiori al 4% in una giornata, come quello avvenuto giovedì scorso, si sono verificati solamente 51 volte negli ultimi 75 anni. Per completare l'analisi storica vale la pena di confrontare l'impatto del coronavirus sulle borse rispetto ad altre importanti epidemie globali del passato. In questo contesto l'analista John Buckingham ha confrontato le reazioni dei mercati azionari dopo la pubblicazione di alcuni articoli allarmistici apparsi nel passato su importanti giornali internazionali allo scoppio di precedenti epidemie globali (Aids del 1983, Sars del 2003, Aviaria del 2005, H1N1 del 2009 ed Ebola del 2014). Come si evidenzia dalla tabella pubblicata qui sotto, nonostante i titoli drammatici apparsi sui giornali, già 3 mesi dopo la loro pubblicazione, l'indice S&P500 evidenziava in media un guadagno di +4%, salita fino a +480% dal manifestarsi di quegli eventi fino ad oggi.

Titoli dei giornali e rendimenti di borsa
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fonte TPS report - Kovitz Investment Group

In aggiunta, dal 1956 ad oggi, negli Stati Uniti abbiamo assistito a 11 recessioni economiche, in media una ogni 5,8 anni. L'ultima recessione risale al 2008-2009, seguita da un mercato fortemente rialzista che ha portato l'indice S&P500 a quadruplicare il suo valore negli ultimi 12 anni. E' chiaro, che dopo un periodo storico così lungo, caratterizzato da crescite quasi continue, i fondamentali del mercato apparivano particolarmente elevati rispetto alle medie storiche, e l'emergenza coronavirus ha amplificato fortemente una fase di correzione, che molto probabilmente sarebbe comunque arrivata. Risulta importante ricordare che, nonostante le 11 recessioni economiche degli ultimi 65 anni abbinate a innumerevoli fasi di ribasso dei mercati, da gennaio 1956 ad oggi l'indice S&P500 ha messo a segno una crescita complessiva pari a +7364% senza considerare i dividendi, e +49529% considerando i dividendi, con un rendimento annuo pari a +10,2% annuo composto In questo contesto, i dividendi hanno costituito la parte maggiore dei ricavi per gli azionisti nel lungo termine, fornendo maggiore stabilità e minore correlazione con la forte volatilità delle quotazioni di breve termine. In questo contesto, l'attuale fase di ribasso può costituire una interessante occasione per inserire in portafoglio alcune delle più importanti aziende internazionali a dividendo, mediando i corsi o iniziando a costruire nuove posizioni a prezzi fortemente scontati. Certamente è presto per dire che l'attuale ribasso sia stia esaurendo, ed ulteriori cali non sono da escludere nel breve termine, ma il nostro scopo non è quello di investire sempre ai minimi, ma quello di costruire una rendita solida e crescente da dividendi mediante investimenti mirati su alcune aziende leader, capaci di produrre redditi elevati e capital gain superiori, con qualsiasi andamento di mercato, in un ottica di medio lungo termine.

Analizziamo ora i dividendi percepiti a febbraio per il nostro portafoglio Top Analisti. Nel mese appena trascorso abbiamo percepito 21 dividendi, per un controvalore pari a 4.996 dollari, portando il totale complessivo degli ultimi 12 mesi (marzo 2019 - febbraio 2020) a 59.217 dollari, in aumento di +106% rispetto ai 28.771 dollari incassati nel 2010, senza apporti di nuova liquidità nel periodo e reinvestendo esclusivamente i dividendi percepiti. Questo dato conferma il forte trend di crescita cedolare per il modello in atto già da diversi anni, in linea con i nostri obiettivi di produrre nel tempo una rendita passiva crescente, investendo in un ristretto gruppo di società internazionali leader, caratterizzate da lunghi track record di aumenti di utili e dividendi. La nostra analisi evidenzia un dato significativo: negli ultimi 10 anni i dividendi che abbiamo incassato per il portafoglio Top Analisti hanno contribuito per il 48% della performance complessiva, confermando l'importanza della componente cedole per i risultati di lungo termine. L'aumento della rendita ha evidenziato un andamento costante ogni anno, con crescite stabili indipendentemente dalle oscillazioni di breve termine degli indici azionari. Dopo questi incrementi, il nostro rendimento è attestato ora al 8,6% annuo calcolato sui prezzi di acquisto (yield on cost), e al 3,8% sulle attuali quotazioni di borsa. Per raggiungere questi obiettivi, in questi anni, abbiamo interamente reinvestito tutte le rendite percepite in nuove società ad elevato dividendo, sfruttando il potente effetto leva generato dall'interesse composto. Ipotizzando per i prossimi 10 anni le stesse crescite dei dividendi registrate nell'ultimo decennio, potremmo aspettarci una rendita annua sui prezzi di carico di quasi il 17% annuo nel 2030!

Vediamo ora nel dettaglio le variazioni da apportare ai nostri tre modelli di portafoglio, inclusi nell’abbonamento di Secondo Livello da 19,99 euro mensili sottoscrivibile con carta di credito o bonifico bancario online.

Portafoglio Top Analisti

Descrizione portafoglio Top Analisti: Questo particolare portafoglio è attualmente uno dei più replicati dai nostri abbonati, e racchiude  in un unico modello le raccomandazioni di un pannello di alcuni tra i maggiori analisti e Guru internazionali, presenti nelle migliori classifiche di reddito e performance. Composto attualmente da oltre 60 società internazionali quotate sul Nyse e sul Nasdaq, Top Analisti si è trasformato nel corso degli anni in una vera macchina da reddito, con oltre 250 cedole accreditate ogni anno ai partecipanti e un dividendo incassato in quasi ogni giorno lavorativo dell’anno. Nel file PDF relativo al portafoglio, aggiornato ogni settimana e scaricabile ad inizio report, è indicata la percentuale investita su ogni titolo. In questo modo, ciascun abbonato può replicare il portafoglio con precisione, con importi superiori o inferiori a quelli indicati, semplicemente aumentando o diminuendo le singole quantità da acquistare per ogni titolo con la stessa proporzione suggerita nel modello.

Fondamentali portafoglio Top Analisti: Sulla base delle ultime chiusure di borsa, il  portafoglio presenta un dividendo medio atteso pari al 3,8% annuo. Il price earning medio del portafoglio è pari a 14,4 volte gli utili attesi per il prossimo anno (Forward P/E). Il Pay Out medio è pari allo 0,6. Il Pay Out indica la percentuale dell’utile annuo destinata agli azionisti come dividendo. In generale, preferiamo società che mantengono livelli di Pay Out più contenuti, a garanzia di ulteriori incrementi delle cedole anche per il futuro. Attualmente il portafoglio presenta una rischiosità inferiore al mercato, con un Beta pari a 0,9. Il Beta è una misura del rischio di una azione e misura la variazione attesa del rendimento del titolo per ogni variazione di un punto percentuale del rendimento di mercato. Una azione con un Beta superiore a 1 tende ad amplificare i movimenti di mercato (il titolo è più rischioso del mercato). Al contrario, una azione con Beta compreso tra 0 e 1 tende a muoversi nella stessa direzione del mercato (il titolo è meno rischioso del mercato).

Potenziale portafoglio Top Analisti a 6-12 mesi+28,7% (24,9% target medio analisti +3,8% dividendo medio) secondo le valutazioni medie di 12 analisti internazionali, con un rating medio dei titoli pari a BUY (2,2), in una scala da 1 Strong Buy a 5 Sell. Complessivamente, le 64 società che compongono il nostro modello Top Analisti mostrano un potenziale pari a +24,9% nella rilevazione odierna, a cui si aggiunge un dividendo medio del 3,8% annuo, per un totale di incremento stimato pari +28,7%.

Movimenti di oggi per il portafoglio Top Analisti:


Acquisti: Utilizziamo la disponibilità derivante dalla vendita e dagli ultimi dividendi incassati e acquistiamo oggi 54 azioni PASSA AL LIVELLO 2.